Bruma

Poetare.
Svegliarsi la mattina
ed andare a camminare,
dipendendo dal tempo,
dalla pioggia, dal vento.
Aggiungere una legna al fuoco,
dar da mangiare agli animali.
Poi scendere, piantare qualcosa,
raccogliere una rosa
dar da mangiare allo spirito
distesi su una madia o
sognando la seta.
L’uomo è contadino e poeta.

Rugiada rinacque cadendo
un’unione con la terra
una fusione a patto,
ratto è il destino delle gocciole.
Quando la nebbia è vorace
appare anche premurosa
e si preoccupa di quelli
che camminano quaggiù.

Avvolge, non sconvolge,
con la consapevolezza
di una mamma.
Inganna:
l’essere di carne
e il pensare d’etere,
della medesima sostanza
che invade le valli nel vento
e che chiamiamo polline,
ma che è in realtà vita.

Qualche rudere e
la sensazione di freddo sulla pelle
mi hanno fatto capire che
ho abbastanza.
Ora puoi venire
bruma.

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